"L'INIZIO" DEL CALCIATORE INTELLIGENTE
In ogni organizzazione le dinamiche relazionali e di gruppo svolgono sempre un ruolo determinante nel successo o nell’insuccesso dell’organizzazione stessa. Tuttavia anche se nel breve periodo grazie a dinamiche forti in tal senso è possibile ottenere risultati frutto di “cultura del lavoro” e di pratica costante è poi difficile che lo stesso gruppo di persone possa ripetere risultati importanti nel corso degli anni se alla base del successo non vi sono delle caratteristiche fondamentali insite nei singoli membri del gruppo di cui trattasi.
Questo fattore dipende principalmente dal fatto che quando un allenatore di forte personalità abbandona un gruppo le basi sulle quali tale gruppo è stato costituito, il più delle volte, non sono solide e i giocatori si sentono abbandonati.
Proprio per questo motivo si assiste spesso al dominio di un gruppo per un certo periodo e al suo rapido declino nel momento in cui certe condizioni terminano di esistere (l’allenatore cambia, vengono venduti dei giocatori importanti – a volte anche uno solo – per cui il gioco e i risultati non sono più gli stessi, ecc.) e il gruppo di lavoro perde l’orientamento al successo (definibile non solo in termini di risultati positivi, vittorie e guadagno economico ma anche relativamente allo spettacolo, all’apprezzamento da parte del mondo della critica, al “clima positivo interno”, ecc.).
Da queste considerazioni nasce l’idea che possa esistere un modo per far prendere coscienza ai singoli calciatori che il calcio sia qualcosa di più che una pratica sportiva messa in atto da esecutori materiali di compiti e mansioni impartiti da un singolo allenatore, o da uno staff tecnico, all’interno di condizionidettate e prestabilite dall’esterno del gruppo di lavoro alle quali attenersi pedissequamente per ottenere risultati.
L’idea è dunque quella di definire come l’Allenatore può, attraverso la conoscenza e la condivisione di principi tecnici, metodologici, psicologici, comunicativi e medici applicati al gioco del calcio, creare coscienza personale nel calciatore e di squadra nel gruppo di lavoro nel quale si trova ad operare ogni singolo anno.
Il risultato della ricerca nasce da un approccio scientifico iniziale e in continuo divenire poiché il soggetto dello studio sono persone prima che calciatori e dunque ogni dato è stato trattato “a tutto tondo” e interpretato in base alle caratteristiche personali del soggetto stesso, come per me dovrebbe essere fatto da parte di ogni Allenatore nella fase iniziale di ogni Stagione Sportiva.
Ringrazio la Società e lo Staff Tecnico dell’Orobica Calcio Bergamo che nel corso degli ultimi 7 anni mi hanno sostenuta in questa ricerca e hanno messo a mia disposizione mezzi e risorse per permettermi di procedere di pari passo con la preparazione del Campionato sottraendo anche, a volte, del loro tempo per aiutarmi nella cura dei particolari (mi riferisco in particolare al tecnico multimediale Antonio Castiglione, compagno di mille avventure,allo Staff Tecnico formato da Raffaella Tammeo, Sara Papadato, Alessia Giudici, Fabio Taiocchi e Aaron Papadato – grandi amici e collaboratori).
Ringrazio infine le Giocatrici della Prima Squadra, protagoniste del mio studio, sia per aver accolto con entusiasmo questo progetto sia per aver condiviso gli obiettivie i metodi adottati durante tutto il periodo dimostrando che il Calciatore può sempre scegliere di essere “Intelligente”!
La vita: vale la pena viverla in buona compagnia!